Ritorno al nord...
Il viaggio continua n° 3
Rieccomi in viaggio....... partito il primo dicembre 2013 e con diverse
tappe e alcune soste in Italia incomincia il mio 14° mese di viaggio in
Africa. Arrivato a Nairobi e vista la mia macchina passo i miei primi
due giorni a controllare e revisionare la mia macchina, era un bel pò
che non cambiavo olio motore e olio ai differenziali, alla fine stanco
di stare fermo a pensare cosa dovevo fare sono partito e mi sono diretto
verso il Masai Mara per la terza volta......speravo finalmente di vedere
la grande migrazione degli Gnu e l'attraversamento del Mara di questi
buffi e strani animali......purtroppo la maggior parte era passata pochi
giorni prima e per vederli ancora bisognava aspettare qualche giorno che
si raggruppassero in massa dall'altra parte... comunque una bella
giornata, visti molti leoni e i tanti animali del parco. Alla sera come
al solito campo al Mara camp dal mio amico Moses che per la quarta volta
mi incontrava per passare una bella serata....Ormai però ero stufo del
Kenya e la mia macchina era un bel pò che gironzolava su e giù da quelle
parti e senza neanche tutti i documenti a posto......allora decisi di
tentare ancora di salire per il Turkana e entrare in Etiopia......Il
problema grosso era però che il mio GPS era morto non si accendeva
neanche e di mappe cartacee avevo solo la grossa Michelin , attraversare
il Chalby desert era difficile senza contare tutte le altre piste
abbastanza toste da fare in solitario. Lasciato il Masai Mara mi
diressi verso il Lago Baringo dove anche qui ero stato di già ,
incontrai un gruppo di francesi che arrivavano dal Sud Africa con una
organizzazione off road e andai a dormire con loro in un posto
bellissimo il Robert Camp in riva al lago....... dalla riva moltissimi
uccelli , grossi varani e ippopotami che se ne stavano fermi e immobili
per ore..... Dal Baringo per andare a Nord verso il Turkana bisognerebbe
prendere la pista che va a destra , ma io volevo a tutti i costi andare
a fotografare i Pokot , difficili da trovare e fotografare, il primo
giorno accettai di andare a pochi chilometri dal lago a visitarli con
una guida ma rimasi deluso, quelli di Pokot non avevano più nulla solo
una cosa da vedere per classici turisti..........l'indomani decisi di
andare avanti verso nord e andare dove ero gia stato l'anno prima
cercando di arrivare sulle montagne, e cercare villaggi Pokot.......
sulle
montagne la pista era ben segnata e abbastanza tosta e di pokot neanche
l'ombra..... quando già stavo rinunciando un ragazzo mi disse che c'era
un villaggio a un bivio più avanti , gli chiesi di accompagnarmi al
bivio e quando ci arrivai rimasi sorpreso nel sapere che il villaggio
era a 30 km da li ma il brutto era che il bivio era una traccia di
grossi sassi messi per traverso..... ero indeciso, era già tardi , non
sapevo dove andavo a finire e non sapevo come era la pista....alla fine
chiesi al ragazzo di venire con me di accompagnarmi e che gli avrei dato
qualche cosa .....alla fine maledii la decisione di essere andato, per
fare i trenta km di sola andata ci misi quasi due ore , i passaggi erano
stretti e difficili era un continuo salire e scendere dalle tantissime
colline sperdute in un mare di verde..... arrivati al villaggio fui
accolto molto bene feci un pò di fotografie a molte ragazze ma la
preoccupazione di dove ero la lontananza da tutto e il ritorno che
dovevo fare in Off Road mi rendeva nervoso e preoccupato, rimasi al
villaggio un paio di ore e dopo ritornai verso il sentiero che mi
riportava alla pista di montagna e a sud ancora una volta al Lago
Baringo........arrivai al campo molto tardi erano circa le 7,30 e tutti
ormai se ne stavano andando a nanna, ero contento che la macchina era
stata come al solito perfetta, mi feci un bel piatto di spaghetti e poi
subito anche io a nanna.
Al mattino finalmente era arrivato il momento di prendere la pista verso
Maralal e poi verso il lago Turkana....
Arrivare a Maralal non è stato semplice , la pista in certi punti è
tutta una buca e molti sono i passaggi off road, i 180 km portano via
tutta la giornata che finisce in un bel Lodge accampato nel parco
insieme alle molte zebre e antilopi che ci sono in questa zona. Il
mattino seguente riparto e dopo aver fatto il pieno di carburante e
acqua , destinazione South Horn , un villaggio di Samburu in una bella
oasi dove anche qui ero già stato due volte......questa pista che saliva
a nord era la quarta volta che la facevo e non ero molto preoccupato
visto che la conoscevo bene, il mio pensiero era però al deserto del
nord e farlo senza GPS era un bel rischio......comunque andai avanti e
arrivai finalmente a Loyangalani sul lago Turkana dove mi fermai due
giorni a riposare e visitare i villaggi della zona........Prima di
partire per North Horr al centro del Chalby desert feci il pieno e
controllai bene la macchina e partii....... il problema grosso x me era
quando incontravo un bivio , non sapevo mai se girare o andare diritto e
infatti anche qui sbagliai strada..... in questa zona ci sono molti
villaggi Gabra , popolazioni molto povere che vivono in questo deserto
arido con il poco bestiame e vivono in capanne battute quasi tutto il
giorno da un forte vento caldo ...... vivere qui è veramente un inferno ,
non so proprio come facciano a vivere in questo posto..... è stato
difficile anche fotografarli , le donne come vedono una macchina
fotografica scappano e è stata dura convincerle a fare qualche
scatto..... domandando a tutti quei pochi che incrociavo arrivai a North
Horr e andai ancora a dormire al parking della missione nel centro del
paese........la parte più difficile e che non avevo mai fatto era
arrivare a Illeret senza entrare nel Sibiloi Park dove avrei incontrato
militari e dove avrei dovuto pagare l' entrata nel parco....... quella
pista l'avevo fatta all'andata senza mai incontrare nessuno, ma avevo il
GPS funzionante e bastava andare a sud e non si poveva sbagliare.......
il
mattino seguente partii dando un passaggio per pochi chilometri a un
ragazzo che conosceva la strada, .....mi indirizzò bene la via e non
sbagliai mai, però i 230 km..di pista furono belli tosti, sassi , sabbia
e ancora sassi , con molti tratti di pista con forte pendenza......alla
fine dieci ore di guida impegnativa per arrivare finalmente all'entrata
di Illeret....... Qui in teoria ci dovrebbe essere dogana , o almeno
registrare l'uscita per entrare in Etiopia del veicolo e delle
persone........alla vista caserma e della sbarra abbassata svoltai
subito a un bivio di destra salutai i due militari di guardia e tirai
diritto velocemente senza neanche rallentare......presi una delle piste
che andava a nord e in meno di un'ora mi trovai davanti la nuova strada
asfaltata che porta da Turmi a Omorate....... bè il più era fatto e ero
contento di essere ritornato in Etiopia..... dopo le solite pratiche
doganali come al solito andai a dormire da Mike il gestore del Solar
Camp un bel posto tranquillo vicino al fiume Omo dove si può anche
andare a visitare i vicini villaggi dei Dassaneth....... all'entrata
notai che finalmente dopo anni il famoso ponte sul fiume , anche se non
aperto ufficialmente , si poteva attraversare e non si pagava nulla. La
mia meta principale in Etiopia era arrivare nel Kibisch, zona abitata
sai Surma, meta ambita da molti ma da pochi visitata per la difficoltà
di arrivarci sopratutto in questo periodo di fine piogge......... con il
ponte aperto si poteva tagliare da sud facendo solo 400 km di pista
sconosciuta e fatta da ben poche persone..... mentre per arrivarci da
nord bisognava salire a Arba Minch poi Jimma e Misan Teferi e da li con
altri 200km circa si arrivava alla meta........il tutto quasi mille km
se non di più......... la tentazione di prendere la pista da sud era
forte , ma una macchina sola e senza gps ,mi era sconsigliata da
tutti......presi allora la decisione di prendermela con calma e andare
verso nord cercando di vedere il meglio di tutta questa zona anche se
ormai ci ero già stato parecchie volte............. incominciai a andare
a Turmi e rivisitare il mercato con i bellissimi costumi degli Hamer....e
poi per la prima volta andai a vedere il famoso " salto del Toro
"....questo rito a cui partecipa una buona parte della comunità sancisce
l'ingresso ufficiale del giovane Hammer alla prima età adulta, questo
rito di passaggio alla virilità consiste nel saltare di corsa e nudo sul
dorso dei tori senza cadere a terra..... se la prova verrà superata il
giovane verrà portato in trionfo e accolto da danze e canti , al
contrario il giovane sarà umiliato , deriso e picchiato anche dalle
donne .
anche questa fu una bella, lunga e calda giornata ,piena di momenti e
incontri fantastici....Ripartito sempre verso nord decisi anche di
tornare per qualche giorno a Jinka a rivedere i famosi Mursi, in paese
ormai trasformato dalla modernizzazione come uno dei tanti villaggi con
le case con tetti di lamiera , riesco a trovare il campo tendato
Ecolodge sperduto sulle colline di proprietà di Federico un Italiano che
vive qui da anni, nonostante il bel tempo nella notte il freddo si fa
sentire e al mattino sono ben contento di scendere a valle verso il mago
Park e verso i villaggi dei Mursi.
il Mago Park è formato da savana, arbusti e ampie zone forestali, anche
se con difficoltà si possono incontrare zebre , antilopi, giraffe,
bufali e kudù e tutta la zona è estremamente selvaggia..... dopo circa
due ore di guida nella valle si sale su una ripida collina dove si
incontrano i primi villaggi mursi.
Questa zona esplorata solo un centinaio di anni fa da Vittorio Bottego e
da allora rimasta pressoché inesplorata e intatta e abitata solo da
persone che conservano arcaiche tradizioni e lontane da ogni logica
occidentale , come le donne dal famoso piattello labiale che esibiscono
con grande fierezza.......
arrivato a uno di questi villaggi con stupore incontro Jimmy un canadese
accampato con una piccolo tenda , e che da tre mesi vive con i Mursi ,
fatta amicizia decido anche io di fermarmi a dormire nel piccolo
villaggio....io ho acqua e cibo e alla sera ospito x una bella
spaghettata il canadese osservato dai tanti sguardi , curiosi e
indiscreti dei bellicosi Mursi.............
Questo gruppo etnico oltre a èssere coltivatori e allevatori ha una vera
e propria mania per la cura e la pittura del proprio corpo e lo strano
uso di deformare il labbro superiore per poi introdurre il piattello
labiale fatto di legno di balsa o terracotta,e la cui grandezza
determina la bellezza e la desiderabilità della donna.
la notte passa tranquilla e il forte caldo si fa sentire già alle prime
luci dell' alba, fatte un pò di foto decido di ripartire, la strada
verso il Kibisch è molto lunga e difficile da raggiungere , salutato
Jimmy mi rimetto in marcia verso nord e finalmente rincontro l'asfalto
che tanto desideravo......
in pochi giorni ,supero Arba Minch e mi dirigo verso Jimma cittadina a
nord est , zona anche questa lontana , in piena evoluzione ,
modernizzazione e capitale del caffè .. per fortuna anche fino a qui la
strada è asfaltata , nuova e con poco traffico ma quando si pensa che
tutto va bene succede sempre qualcosa......la pompa del gasolio da
giorni fischia sempre di più e al pensiero di andare nella zona più
difficile , lontana e inesplorata dell'Etiopia in quelle condizioni ,
bè alla fine decido di provare a cambiarla con l'aiuto di un giovane
presunto meccanico. dalla botola che ho all'interno della macchina non
ci riesco e non ho la minima idea di come si fa a smontarla , allora
decido di smontare il serbatoio e tutto quello che c'è da
smontare......solo dopo 5 ore riusciamo a smontare il maledetto arnese e
rimontare poi il tutto....... fine della giornata fine dei lavori.......
è
andato tutto bene e alla mattina riparto per Mizan Teferi a 1500 mt dove
arrivo alla sera dopo èssere salito e sceso da tantissime colline
verdi..... qui vado a dormire nell'unico hotel della zona situato nel
centro del paese..... guardando una mappa o cartina sembra che ormai sei
arrivato a destinazione e invece è tutto un inganno visivo..... i
villaggi a sud non sono neanche segnati e arrivare a Dima , Tulgit e
Kibisch c'è ancora molta strada da fare, senza contare che siamo alla
fine del periodo delle piogge e tutte le notti acquazzoni che mi fanno
pensare alle brutte condizioni della pista................
alla mattina riparto, faccio a meno di fare i permessi che servono per
entrare nell' Omo da nord e prendo la pista che va a sud , nessuno mi
dice che c'è una strada nuova a nord e che poi si ricongiunge con la
vecchia pista che sto facendo molto più lunga , brutta e stancante per
la guida........solo alla sera quasi al tramonto riesco arrivare a Dima
e non essendoci nulla vado a fare campo vicino al posto di polizia dove
passo la notte tranquillamente.
Al mattino dopo aver ringraziato i poliziotti che tutta notte sono stati
a guardare incuriositi la mia macchina con il tetto alzato, sono
ripartito per la mia meta finale, le valli incantate e selvagge del
Kibisch abitate dai famosi guerrieri Surma.
dopo pochi chilometri già incontro i primi Surma, sembra che di colpo
siamo entrati in un altro mondo, completamente nudi senza nulla vagano
con il loro bestiame per i tanti pascoli della zona, quasi tutti armati
di Kalaschnikov, alti snelli e atletici fanno quasi paura......tutti o
quasi cercano di fermarmi chiedono acqua, soldi o un regalo vedendomi
solo in macchina , io rallento sorrido saluto e non mi fermo, solo
alcuni rimangono fino quasi sotto alla macchina senza spostarsi , poi si
fanno da parte e io proseguo........Poi finalmente....Il kibisch sono
contento essere arrivato qui non è stato facile., nei due ultimi giorni
non ho incontrato neanche una macchina e ero abbastanza preoccupato.....
il
villaggio è un pò cambiato negli ultimi anni, si è allargato c'è la coca
cola e acqua minerale ma è tutto caldo non c'è corrente,non c'è acqua e
non si dorme più vicino alla polizia, ma c' è un campo a poche centinaia
di metri dal fiume.
Al campo con sorpresa incontro Andrè un' altro canadese che vive a Las
Vegas con un Toyota 8V e con autista e guida, tipo simpatico estroverso
e (fortunato ) milionario ristoratore......anche qui alla sera,
spaghetti x tutti e alle 8 come al solito tutti a nanna.....
alle prime ore dell'alba subito una prima visita al fiume dove incontro
i primi Surma a stendere raffinati disegni sul proprio corpo mettendo
prima un impasto di acqua e terra sulla parte,poi prima che asciughi
tracciano con le dita delle linee o disegni originali. Le altre ore
della giornata le passo con un guida locale che mi accompagna nei
piccoli villaggi vicini a fotografare le donne e i giovani Surma .quando
arrivo in uno dei villaggi , il mio arrivo è già stato avvistato e tutti
sono all'opera nel dipingersi e a prepararsi per farsi vedere , farsi
ammirare e fotografare .... come ho già scritto,
l' ornamento racconta le tappe della vita , le nascite e i lutti,
immortala i matrimoni, sottolinea la bellezza.....il corpo appare come
un linguaggio......e è questo linguaggio che voglio fotografare... passo
tutto il giorno in giro e alla sera quando rientro al campo Andrè mi dà
la bella notizia che forse l'indomani nella zona si svolge un " Donga "
la lotta con i bastoni.
al mattino ,come al solito alle 7 ,tutti svegli e dopo un buon caffè
subito a chiedere informazioni sul dove e quando si farà il Donga...
credevo
che questo avvenimento che di solito si fa verso la fine delle piogge
fosse una cosa un pò turistica ,come il salto del toro dove erano
presenti molti turisti, invece qui assolutamente non era così , e poi di
stranieri eravamo solo in due. Chi partecipa al Donga e mostra coraggio
, guadagna per sempre l' ammirazione e il rispetto del gruppo.....
arrivati
nella zona dove si svolge il combattimento rimango stupito nel vedere
già uno dei gruppi con centinaia di uomini che marciano e cantano
incitando alla vittoria i propri guerrieri....... quasi tutti , qui sono
nudi ,o avvolti solamente da un piccola copertina leggera, molti sono
armati e tanti hanno in mano il bastone alto quasi 2 metri e che servirà
per combattere contro l' avversario..
dopo circa un' ora ecco finalmente arrivare l'altro gruppo di un 'altro
villaggio che ha accettato la sfida mandando qui in questo torneo i suoi
migliori combattenti....in pochi minuti le due fazioni si scontrano ,i
molti seguono con attenzione lo scambio di scudisciate che vengono
inferte ,la battaglia in poco tempo coinvolge tutti .......bisogna stare
attenti a non essere colpiti, gli spettatori avanzano e indietreggiano
intorno ai combattenti che se le danno di santa ragione......ogni tanto
i combattenti si fermano, si studiano e prendono consigli di come
colpire l' avversario, poi si ricomincia, e si incominciano a vedere i
primi guerrieri feriti con tagli in ogni parte del corpo....nel
frattempo tutti cantano e incitano i combattenti della propria squadra a
ritornare a combattere e battere l'avversario..........la battaglia va
avanti per circa due ore , poi tutto finisce lasciando ai vincitori un
trionfo con feste e canti......bè è stato un giorno fantastico, ho
potuto muovermi dove volevo , fotografare senza che nessuno avesse da
dire e contento di aver partecipato a un avvenimento unico nel suo
genere.........
Dopo qualche giorno di riposo era venuto il momento di salutare l'amico
Andrè e lasciare la fantastica valle e ritornare a nord....... mi avevano
parlato di una strada asfaltata non molto lontana e decisi di andare a
cercarla, dopo un'ora trovai il bivio che doveva portare all'asfalto.....
ma
la pista di circa 100 km incominciava a stringersi sempre di più , fino
a diventare una brutta mulattiera con sassi acqua e con buche di fango
molto profonde..... comunque in circa tre ore la pista finiva e
incominciava quella specie di strada che i locali chiamano asfalto , ma
che di asfalto ha ben poco....... ritornato a Jimma andai a riposare in
un albergo del centro con tante piccole comodità che da tanto non avevo.
Bè ormai il mio giro era finito e avrei dovuto tornare subito a Addis ma
avevo ancora un pò di tempo e allora feci una bella tirata e arrivai per
la terza volta al parco dell' Awasch , dove faceva caldo , ci si riposa
immersi in una folta vegetazione e dove si osservano molti animali,
nella riserva ci sono circa 80 specie di mammiferi e da più di 400 di
uccelli....... in questa regione ci sono i pastori nomadi Kereyu , sempre
alla ricerca di pascoli nuovi , e si incominciano vedere i famosi Afar
popolo fiero , ostile e indipendente..
La mia strada proseguiva poi verso Mille e ancora più a nord a Asayta x
arrivare poi alle porte della Dancalia......qui mi fermo , entrare in
Dancalia non è cosa semplice, le cose sono cambiate dall'ultima volta
che c'ero stato, è molto costoso, non si può andare soli e il percorso è
molto lungo e faticoso...
era arrivato il momento di ritornare a Addis Abeba, e tutto sembrava
ormai finito e senza nessuna altra fatica o sorpresa ma quando meno te
lo aspetti .....succede sempre qualcosa che ti fà stare sulle " spine
"..... credevo ormai di aver fatto tutti i tipi di strade , piste,
percorsi Off Road ma quello che ho trovato fra Mille e Kombolcha non lo
auguro a nessun driver, tante ore di guida x fare poco più di cento km e
arrivare stanco, nervoso e arrabbiato ...... per fortuna il sole del
mattino e una bella dormita fa passare tutto e dopo poche ore di guida
entro finalmente a Addis Abeba contento di lasciare la macchina da un
amico, dopo averla ben lavata e pulita dentro e fuori......... questo è
il mio resoconto di un viaggio che non so quando finirà, e neanche quale
sarà la mia prossima tappa che farò prossimamente..........non so
neanche se questo mio diario di viaggio , come anche le mie foto sparse
in molti siti possano servire a qualcuno, ma certamente spero facciano
sognare questa misteriosa e fantastica ultima Africa che piano piano sta
scomparendo..........
PS......i km fatti in questa tratta sono stati 6200..... più di 3000 di
piste e Off Road ,il Defender ora ha 285.000 km..... in 14 mesi totali di
viaggio fatti circa 35.000 km......e il viaggio continua.
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