La mia Africa Live...
Secondo mese di viaggio, tutto è cominciato ai primi di Dicembre all' arrivo a Djibouti per sdoganare le 4 macchine imbarcate ai primi di novembre. Le macchine tre Toyota di amici e la mia Defender insieme faranno un bel giro veloce fino a Khartoum poi verso il deserto Occidentale per poi rientrare attraverso il Bayuda Desert a Meroe e scendere fino alla capitale Sudanese dove i miei amici lasceranno le macchine mentre io rientrerò in Etiopia da dove vi stò scrivendo. A Djibouti è stato abbastanza stressante restarci 20 giorni, non tanto per viverci ma per tutte le pratiche doganali che sono state fatte sopratutto se i documenti come i nostri erano stati fatti sbagliati, alla fine però ci sono riuscito e le macchine sono state portate nel parking di Vittorio un amico incontrato a Djibouti che a un buon ristorante italiano. La città non è male ma è tutto molto caro prezzi da infarto per dormire e prezzi europei x mangiare e poi un caldo bestia anche se qui è inverno e dalle 1 alle 5 tutto fermo e tutti o quasi si rintanano in qualche buco a bere e masticare il Katts poi tutti rincoglioniti. Alla sera però grandi feste e tutti in giro anche perchè qui fra basi americane italiane giapponesi e molte altre c' è un gran casino ristoranti sempre pieni e locali notturni al completo con tante donnine pronte a rilassarti e massaggiarti insomma un gran casino nel vero senso della parola, c'è anche il più bel albergo della zona il Kampischi che dopo averlo visitato non capisco come possa essere pieno di marinai di varie nazioni anche italiani e visto che costa oltre 300 dollari a notte mi domando chi paga il conto dei semplici marinai. Per la sicurezza non c'è nessun problema tutto tranquillo ho anche incontrato dei yemeniti che mi hanno assicurato che andando alla città di Obock avrei potuto chiedere il visto e prendere il traghetto per lo Yemen e attraversarlo senza nessun problema, la cosa mi tenta pensando poi al ritorno comunque lo ripeto visto i problemi al nord Africa per chi però a molto tempo davanti si può arrivare in Iran e poi arrivare a Dubai e con meno di 300 dollari si arriva qui , ho incontrato due tedeschi che lo hanno fatto , insomma incomincia a essere il modo più semplice per arrivare qui se si vuole fare molta strada via terra. Comunque i giorni passati a Djibouti sono stati piacevoli anche se molto costosi e un po' noiosi nonostante la vita frenetica della città è per questo che mentre aspettavo i miei compagni di viaggio me ne sono andato con Alex un francese incontrato qui prima a nord sulle spiagge quasi deserte del nord e poi al lago Assal, un vero e proprio deserto di sale e la strada per arrivarci molto panoramica la consiglio per chi viene da queste parti. Mentre aspettavo volevo andare anche nella regione del Somaliland ma ho trovato difficoltà per andarci comunque per il resto tutto è andato bene e arrivati i miei compagni di viaggio subito siamo partiti x il confine Etiope. La strada asfaltata e piena di buche rallenta molto il tempo x arrivarci e in più sono centinaia i camion che si devono sorpassare. Al mattino arriviamo in dogana e in poco tempo riusciamo tranquillamente entrare in Etiopia e incominciare la lunga attraversata che ci porterà in Sudan. Qui le strade sono belle e si può andare abbastanza veloci anche se bisogna stare molto attenti alle persone e agli animali che stanno sulla strada. Con gli amici va tutto bene e visto il loro poco tempo in tre giorni arriviamo al confine sudanese a Gallabat e qui rimaniamo bloccati nella terra di nessuno x circa 16 ore x problemi burocratici e chiusura frontiera che alla fine tramite conoscenze a Khartoum riusciamo a passare e proseguire verso la capitale. Fin qui tutto bene salvo rottura del cambio di uno dei Toyota che riesce ugualmente proseguire, poi in un solo giorno viene trovato un cambio nuovo completo e sostituito in poche ore. Qui le Toyota abbondano e si trova di tutto a prezzi bassi mentre x la Defender non si trova quasi nulla. L' indomani si parte finalmente x il deserto occidentale a nord, il primo pezzo è su strada asfaltata poi si entra verso il plateau Jebel Abiyad e per 4 giorni giriamo all'interno incontrando solo qualche cammelliere con la sua mandria di cammelli. Stefano che è quello che conosce bene la zona e è già stato parecchie volte in Sudan ci porta verso una fortezza abbandonata dal nome a me sconosciuto ma dall'atmosfera magica e qui passiamo un bel ultimo dell' anno andando poi a nanna un po' tutti storti visto l'abbondare di vino e altro.... L' indomani si prosegue sempre fuori pista passando su varie pietraie e aggirando le molte piccole dune che ci sono, si passa poi su una zona di alberi fossilizzati, molte sono le macine che si trovano tutte molto grosse o rotte comunque bello passare la giornata a cercare e guardare questi oggetti millenari poi finalmente si arriva a Dongola e si prosegue verso Karima che dopo averla visitata rientriamo in un bel deserto fuoripista il Bayuda Desert per me è la zona che mi è piaciuta di più anche qui molte pietraie e molti wadi da attraversare...il posto migliore una guelta nascosta in un posto magnifico vicino a un vulcano difficile da vedere stando anche a poche centinaia di metri x fortuna
Stefano sapeva alla perfezione dove si trovava, i chilometri incominciano a essere tanti e anche i giorni passano veloci quindi è l'ora di incominciare a ritornare a Khartoum dove tutti ritorneranno in Italia tranne me. Prima però fermata obbligatoria alle piramidi di Meroe dove facciamo un bel campo in un posto molto bello e come al solito prima della nanna un buon pasto e tanto vino. Le piramidi molto belle in una bella zona anche se quasi tutte distrutte x metà, al mattino si prosegue unico problema trovare carburante, costa molto poco 3,11 ma difficile da trovare e infatti x pochissimo non rimango a secco. Si trova facilmente solo nella capitale, comunque senza altri problemi arriviamo in città dove si passa la giornata a ripulire i mezzi che vengono lasciati li tranne un Toyota che viene ripulito per dare il cambio con un nuovo equipaggio che ritornerà con me in Etiopia e che poi scenderà fino in Tanzania anche loro però tutto di corsa con le tre settimane di tempo. L'ultima sera grande cena in un ristorante libanese e dopo un saluto a Stefano , Arrigo, Ludovico, Fabrizio e alle loro simpatiche signore. Beh ora sono quasi solo e x fortuna la macchina va ancora bene salvo la perdita di poca acqua da O-Ring di un radiatorino.....si riparte ma ancora abbastanza di corsa per stare insieme ai due nuovi amici Roberto e Rita. Si ritorna alla frontiera e in due giorni arriviamo a Lalibela x passare li il Natale Copto, il 07/01/14, io sono un po' stufo di correre e quindi rimango da solo x tre giorni a riposare a Lalibela mentre i due amici se ne vanno di corsa verso sud. Ora sono solo veramente e quindi avendo tutto il tempo che voglio vado con calma e mi fermo finalmente a incominciare a fotografare come voglio e con tranquillità ripartito da Lalibela ma con l ' intenzione di ritornarci per il TimKat mi dirigo verso Kombolcha dove arrivo a tarda sera a dormire nel parking di un piccolo albergo, fin qui nulla di nuovo e avendo tempo mi dirigo all'indomani verso Bati dove di solito al lunedì c'è un bel mercato che non vedo ma che avevo già visto anni prima anche qui nulla di nuovo tranne la pista molto polverosa e che si incominciano vedere popolazioni Afar. Dopo il paese decido di proseguire verso Mille da dove ero già passato, ma molto più difficile a arrivare sia per la pista e sia per i molti Afar che incontro per la strada, bè averla fatta da solo e che sia andato tutto bene mi fa stare più tranquillo, anche alla sera fermandomi in un piccolo villaggio divento una attrazione quando il mio tetto della Land si alza x andare a nanna, tutti li a guardarmi. L'indomani verso sud per visitare popolazioni Afar e per dirigermi verso un posto ancora più caldo e finalmente senza montagne l' Awash, già perchè di montagne ero stufo in nord Etiopia si viaggia quasi sempre su e giù dai 2000 mt ai 3800 mt e a salire pesante come sono faccio un gran fatica. Finalmente arrivo a Awash e mi dirigo al National Park dove resto x tre giorni accampato e in compagnia solamente di coreani e Struzzi. Le cascate sono molto belle e tanti anche gli animali nel parco ,gazzelle , coccodrilli, Dik Dik , Kudu il waterbuck (l'antilope nera ) babbuini e Orix. Certo che a fotografarli è difficile se non hai un bel cannone che io non ho, come ti avvicini se ne vanno di corsa nonostante cerco di non farmi vedere e sentire. Visto che la cosa che non mi manca è il tempo cerco anche di andare a fotografare i pastori nomadi Kereyu sempre alla ricerca di nuovi pascoli e che si spostano sempre all' interno e all' esterno del parco. Anche qui i tre giorni passano veloci riposandomi e pagando pochissimo il parking nel Lodge, unico problema la perdita d'acqua aumenta e quindi decido di andare a Addis Abeba in cerca di una concessionaria Land Rover che non trovo da nessuna parte, tutti mi dicono nessun problema ma in realtà non trovo neppure un meccanico attrezzato bene finché decido di andare a una delle tante officine Toyota ma il caso vuole che mentre gironzolo da una parte all' altra di Addis trovo una officina meccanica con dei bravi meccanici veramente esperti e per farmi stare male a poche centinaia di metri dall'officina mi accorgo di perdere parecchio olio. Alla fine credendo al peggio stavo già pensando alle cose più brutte che potevano succedere invece era solo, il filtro olio allentato, non so perchè è la prima volta che mi succede, comunque in poche ore O-Ring cambiati e stagnati con pasta nera, filtro olio a posto e controllo generali di tutto. Spesa totale 16 euro e visto che ci sono e che con tutta la fretta di partire ho dimenticato un filtro aria spero che me lo procurano x domani visto che sono giorni che cerco di trovarne uno ma niente da fare. Qui di Defender TD5 non penso ce ne siano. Bè domani riparto verso nord non so ancora di preciso dove , forse ritorno a Lalibela per il TimKat la strada è ancora lunga e i mesi per restare in Africa sono tanti..
La mia Africa Live 2
Finalmente riparto da Addis Abeba diretto ancora una volta verso nord, uscire dalla città è sempre difficile e caotico, negli ultimi anni i piccoli trasporti da un paese all' altro si sono semplificati per gli abitanti dei tanti piccoli villaggi, moltissimi sono i pulmini piccoli grandi e super pieni di merce di ogni genere che si spostano in ogni paese causando un rallentamento x tutti a ogni fermata senza contare poi al tanto bestiame in circolazione per la strada ed infatti una mattina mentre guidavo tranquillamente non ho potuto evitare due pecore che scappando a destra e a sinistra mi si sono infilate sotto la macchina, al momento, d' istinto piede sul freno ma poi pensando a tutti i problemi che sarebbero saltati fuori me ne sono andato via velocemente dispiacendomi per il danno recato al povero pastore ma meglio così se mi fermavo avrei perso parecchie ore a discutere con le molte persone che in pochi minuti sarebbero arrivate, spiegazioni con la polizia e poi perdere tempo ancora x trattare il prezzo del danno dopo poche ore anche questo piccolo incidente era dimenticato e alla sera arrivai a Kombolcha e andai a dormire nel parking del piccolo albergo dove mi ero già fermato il mese scorso. Questa città situata nella regione di Amhara sembra identica alla vicina città di Dessiè a 20 km nord ovest i due paesi ormai abbastanza moderni sono gli ultimi a valle prima di salire sugli altipiani del nord e le zone di montagna, anche durante il periodo del colonialismo italiano la città era dotata di ufficio postale, uno spaccio, linee telefoniche e altre comodità destinate a aiutare i coloni di allora. Lasciata la città al mattino la strada incominciava a salire sempre più su, tornanti, salite piccole discese e poi sempre più su verso valli e montagne sconosciute per arrivare poi a un bivio dove iniziava la pista che mi avrebbe portato ancora una volta a Lalibela x assistere alla grande festa del Tim Kat. Tre giorni di festa ,riti processioni per commemorare il battesimo di Gesù nel Giordano. Arrivato nel paese cercai subito un posto per campeggiare e restare tranquillo senza essere assalito dai tanti curiosi che arrivavano quando come al solito vedevano il tetto della mia Land alzarsi. Il primo giorno la festa inizia al mattino con l'uscita da ogni chiesa in processione le Talbot copie delle tavole sacre con i dieci comandamenti. Le Talbot sono ricoperte da tessuti damascati di vari colori e dopo un percorso seguito da centinaia di fedeli portate in una tenda cerimoniale dove tutta la notte le preghiere i canti e i balli si sentiranno in tutto il paese nei tre giorni durante il giorno fotografavo, andavo a spasso, mi riposavo e mettevo a posto la mia macchina che sempre più aveva sempre qualcosa da sistemare o pulire. Poi di colpo mi venne la voglia di andarmene e spostarmi al più presto da quella zona e la voglia era di ritornare in Dancalia, c'era però un bel problema ed era che per andarci avrei dovuto caricare tre militari e una guida, totale 5 persone, ma come cavolo faccio a caricare tutte queste persone, ne avrei potute caricare al massimo due o forse tre ma x solamente qualche ora non certo x 4 o 5 giorni. Questo è uno dei problemi che si creano a viaggiare soli a meno che paghi tu una macchina in affitto x loro ma x me è troppo caro, la cosa mi fece incazzare non poco e allora cambiai strada velocemente senza pensarci molto e dopo poche ore ero un' altra volta diretto verso Mille . La strada all'inizio sale attraversando colline , boschi e valli incontrando sempre pastori e animali che costantemente stanno in mezzo alla strada, poi piano piano scende lasciando spazio a valli e grandi pianure. A Mille riprendo la strada verso sud che attraversa una zona ancora popolata da Afar, e che arriva dopo 600km circa a Awasch. Questa regione è situata a nord est al confine con Eritrea e Djbuti è una regione prevalentemente arida con temperature che possono superare i 50gradi e zone desertiche situate a 60 mt sotto il livello del mare, solo scendendo verso Awasch si incominciano a trovare zone coltivabili e villaggi di pastori nomadi che compiono lunghi spostamenti x approvvigionarsi di acqua. Arrivato finalmente vicino al bellissimo parco me ne vado a riposare x tre giorni nel lodge del parco vicino alle famose cascate sempre piene di turisti di mezzo mondo che vengono fin qui a praticare birdwatching e a vedere i tanti animali che ci sono nel parco. Anche qui nessuno che viaggia come me con la propria macchina e infatti tutti quelli che mi vedono rimangono sorpresi di vedere una macchina con targa europea e ancora più sorpresi quando parlando scoprono che viaggio solo. Da quando ho lasciato gli amici a Karthum mi sto abituando sempre più a vivere da solo nella mia casa viaggiante e mi accorgo di diventare sempre più come un selvaggio, cerco di spendere il meno possibile per poter stare via il più possibile e di andare a vedere posti e popolazioni sempre più lontani dalla civiltà, ma questo ogni giorno che passa è sempre più difficile, anche per la mia passione di fotografo ormai è difficile trovare le persone con usi e costumi ancora integri, comunque visto che ho tempo e conosco abbastanza queste popolazioni sono riuscito alla fine fotografare molti personaggi veramente fantastici. Nel parco faccio amicizia con un guardia parco che per due volte mi fa da guida a visitare la zona popolata da molti Orix , gazzelle , Dik Dik e Kudu che a dire il vero, abituati dai molti turisti non scappano neppure, solo a un certo limite di distanza quando ci si avvicina troppo in un attimo spariscono nella folta vegetazione comunque un bel posto da visitare, per riposare e stare tranquilli senza essere assediati dalle tante persone che ci sono quando ti fermi x la strada. Passati i tre giorni mi rimettevo in marcia verso est x andare a Harar dove ero stato molti anni fa. La città è situata a 1800 mt e per arrivarci un saliscendi da una collina all'altra attraverso ai tanti piccoli paesi che sembrano non finire mai. La città è molto cambiata e più moderna, il traffico caotico e non ha più il fascino che aveva qualche anno fa. Dopo aver parcheggiato nel parking di un piccolo albergo passai il primo giorno a andare a vedere la casa museo di Arthur Rimbaud, esploratore, scrittore, trafficante d'armi e di caffè ma stanco della sua desolata vita già a 30 anni. Le giornate anche qui passarono in fretta andando a spasso nelle piccole stradine della città vecchia senza fretta e senza una vera destinazione, solo al tramonto andai a vedere il famoso mercato del Khat, la droga locale che tutti qui comprano e consumano senza nessun problema. Il paese comunque è molto cambiato negli ultimi anni e a dire il vero non mi è piaciuto come l'ultima volta che c'ero stato e quindi me ne ritornai indietro rifacendo la stessa strada dell' andata. Arrivato a Nazaret cambiai strada x scendere a sud verso Goba e andare a vedere il Bale National Park, all'inizio una pista con molte buche ma poi la strada migliora ma sale sempre più, e infatti la mia Land stracarica fa molta fatica a salire e superare i molti tornanti che ci sono fino a raggiungere i 3800mt di altitudine. Anche qui mi accampo in un Park, restandoci solo una notte, il freddo è tremendo nonostante il mio Webasto rimasto acceso parecchie ore. La seconda notte la passai in un Lodge ben attrezzato e molto bello qui pensavo di restarci e visitare la zona facendo delle belle escursioni ma come al solito le cose non vanno mai come uno pensa perchè al mattino mi ero accorto di una piccola uscita di olio dal differenziale posteriore, prima una piccola stretta al dado e.... il dado di colpo mi cadde dentro il differenziale, era la prima volta che mi succedeva, poi smontato tutto e rimesso l 'olio mentre stringevo un ultimo bullone questo mi si spaccava a metà, ormai di tutte queste rotture alla Land ci sono abituato e non me la prendo troppo, anche se penso sempre che se non si rompe questo si rompe un' altra cosa e c'è sempre qualcosa che deve andare storto o che ti fa perdere tempo il problema è che sono solo e se ci fosse qualcosa di grave sarebbe un bel problema grosso. Anche di questa evenienza però, ne sono preparato, quando sono partito so che ci sono molte probabilità che uno se è da solo può perdere la macchina x una rapina o qualsiasi altra cosa che può succedere in zone sperdute e lontane, non è certo un viaggio organizzato o di gruppo che fanno la maggior parte di persone che vanno in giro, e poi fare le due o tre settimane è una cosa, stare in giro molti mesi è un' altra, ho incontrato persone che se dopo qualche giorno non fanno una doccia o non vanno in albergo sembrano che muoiono ma io queste cose non le capisco, comunque ritornando a me dopo il problema al differenziale non risolto del tutto e con un bullone rotto ritornai verso Awasa dove sistemai il tutto, feci un bel controllo generale per essere pronto a scendere a sud fino a Yavello, questa è la strada principale e che avevo letto essere tutta asfaltata, invece uno schifo di strada tutta buche una attaccata all'altra, molti animali e molte persone sulla strada, insomma una faticaccia a guidare in quello schifo di strada, meglio la pista, e infatti arrivato, subito presi la pista x Konso. Le distanze qui sembrano vicine, ma anche le poche centinaia di chilometri fatti in queste piste di montagna o colline sembrano non finire mai, per riposare infatti scendo dalla macchina a fotografare ogni volta che incontro qualcuno di interessante e quindi i tempi di percorrenza si allungano, in questo pezzo di pista però poca gente incontrata, la zona è abbastanza deserta. Finalmente ero arrivato nella zona dell'Etiopia che più mi piaceva per le popolazioni che ci sono e alla mattina seguente andai sempre lungo la pista a Turmi dove al lunedi mattina c'è un bel mercato dove gli Hamer e altre popolazioni della zona vengono a vendere o scambiare i loro prodotti. Gli Hamer vivono coltivando grano, miglio, tabacco e orzo, allevano mucche e capre e le donne sono “famose” per le loro acconciature che si fanno ai capelli spalmandosi un misto di grasso, burro e argilla rossa, gli uomini invece si decorano la testa di argilla e con piume di struzzo. Come i Surma e altre popolazioni sono dei maestri nella decorazione del corpo, qualsiasi ornamento ha un significato, ho letto che anche il numero degli orecchini che portano significano il numero di quante mogli hanno, le donne indossano o portano attaccate agli abiti molte conchiglie o perline provenienti dal Mar Rosso, le donne sposate hanno intorno al collo un pesante collare di metallo a forma fallica é una popolazione tranquilla e questa giornata passata al mercato è stata una delle più belle x fotografare qui però c' è un obbligo come in tutta la valle dell' Omo, prima di scattare devi contrattare e pagare, si tratta di cifre basse, normalmente i tanti turisti che ci sono sembrano aver paura a rifiutare le cifre che chiedono alcuni normalmente io più di 3 Bir non do anche a costo di litigare, ma ogni tanto visto il problema di cambiare soldi arrivo a 5 ( 20cent ) a soggetto. Finita la giornata me ne vado a riposare vicino a un alberghetto e nonostante i pensieri cattivi la notte passa tranquilla. Al mattino partenza di nuovo verso il paese di Jinca vicino al Mago Park, anche qui pista e salvo certi pezzi dove ci sono piccoli villaggi arroccati sulle colline, non c' è nessuno in giro fino al paese, solo ai bivi è un problema, purtroppo avrei bisogno di un buon GPS invece che del mio vecchio Street Pilote che purtroppo si accende solo quando vuole lui e quindi viaggio normalmente guardando solo con la vecchia cartina Michelin 745. Arrivato a Jinca vedo che il paese a dire il vero è disastrato e quindi cerco subito un posto per campeggiare e a pensare che cosa fare nei prossimi giorni. Parlando con uno dei tanti soliti curiosi che si avvicinano sempre alla macchina feci conoscenza con un giovane ragazzo simpatico che conosceva bene la zona e mi accordai con lui x andare nel Mago Park e andare a visitare alcuni villaggi Mursi, il tutto per 250 bir ( circa 10 Euro ). Al mattino presto, brutta sorpresa, pioviggina , ma per fortuna dopo poche ore ritorna il sole, e lungo la pista di terra rossa si incominciano a incontrare i Mursi con i loro disegni , colori, e donne con il famoso piattello labiale di legno o di argilla e che spesso inseriscono anche nel lobo delle orecchie. All'ingresso del parco dopo aver pagato circa 350 bir (14 euro) avrei dovuto caricare un Ranger x sicurezza ma visto il traffico di macchine di agenzie viaggio locali che portano i tanti turisti ho pensato che era inutile e così con il giovane amico mi avviai lungo la pista molto larga e bella, tanto che visto i lavori in corso penso che fra qualche anno l'asfalteranno. Dopo circa 70 km finalmente un primo villaggio Mursi, in questi villaggi è meglio entrare di mattino , purtroppo gli uomini di questa etnia fin dal mattino bevono una birra artigianale fatta con la fermentazione del sorgo e mischiata con peperoncino, questo li rende aggressivi, fastidiosi e pericolosi e visto che quasi tutti girano armati di Kalaschnikov bisogna stare attenti e evitare discussioni. Questi fucili si trovano e si vendono tranquillamente nei vicini mercati e costano meno di 100 dollari e arrivano tutti dal vicino Sudan, comunque tutto è andato bene, una bella giornata piena di emozioni e di incontri fantastici. Alla sera tardi ritorno a Jinca e sosta nello stesso posto della sera prima. Questa giornata mi ha tirato su il morale che ogni tanto perdi quando c'è qualcosa che non va per fortuna durano poco e all'alba tutto svanisce e ti ritorna la voglia e la forza di continuare e non fermarti mai. Ma sono tre mesi che viaggio, e fatti 13000 km con una Land che ne ha 260000 alle spalle è ora di fermarmi per un poco prima di continuare verso sud attraverso Kenia e Tanzania e dare una bella controllata alla macchina, così dopo solamente una settimana mi ritrovavo a Addis Abeba a parcheggiare la mia macchina e aspettare l'aereo che mi riportava a casa (per poco tempo)...
La mia Africa 3 Live
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